Avevano una gallina rubata in auto, arrestati 3 extracomunitari

15 Luglio 2008

E’ così che RaiNews24 ha intitolato una notizia che riguarda Preggio. E il resto dell’articolo recita:

Avevano una gallina nel bagagliaio dell’auto, risultata rubata e restituita al legittimo proprietario, tre extracomunitari arrestati dai carabinieri a Umbertide. I tre – due albanesi di 30 e 29 anni, e un croato di 33, tutti senza fissa dimora – sono stati bloccati durante un vasto servizio di controllo del territorio da parte dei carabinieri, mentre si allontanavano dalla città.

I militari ritengono inoltre che si tratti dei presunti responsabili di tentativi di furti compiuti all’interno di alcune abitazioni nella zona di Umbertide e nella vicina località di Preggio. Sono tutti accusati di furto, tentativo di furto e ricettazione.

La gallina è stata trovata nel corso della perquisizione all’interno dell’autovettura nella quale stavano viaggiando, in compagnia di un altro albanese e di una rumena, questi ultimi denunciati per favoreggiamento.

Quasi una storia da Libro Cuore, uh? Però questa è solo una parte della verità. L’articolo dimentica di raccontare che alcune persone di Preggio, ieri notte, sono state svegliate di soprassalto dal rumore di chi cercava di entrare in casa loro o, in un paio di casi, c’era già riuscito ed è stato messo in fuga dai proprietari. E non cita nemmeno le effrazioni ad altre case, con scuri o finestre divelte per cercare di penetrare all’interno. O i tentativi di furto di automobili. Tutto avvenuto nella stessa notte.

Quella stessa notte durante la quale gli abitanti di Preggio hanno immediatamente avvisato i carabinieri, che sono intervenuti con celerità nonostante la distanza ed hanno intercettato i ladri e sequestrato la loro auto (naturalmente .. rubata) costringendoli ad una precipitosa fuga a piedi nella macchia nel cuore della notte. L’articolo dimentica anche di raccontare come il paese si sia mobilitato fin dalla notte per avvisare gli altri abitanti dei ladri “in giro per i dintorni”, e come a giorno fatto abbia collaborato attivamente con i carabinieri per segnalare in continuazione movimenti sospetti o spostamenti di persone non del posto fino all’avvenuta cattura delle persone in fuga. Mancano mille altri dettagli, ma il succo della storia è questo. Le persone “sospettate di ecc. ecc. ” sono state assicurate alla giustizia consentendo ai carabinieri di essere nel posto giusto al momento giusto per provvedere alla loro cattura. Il resto sono cose che riguardano il giudice e le sue decisioni.

A Preggio vivono stabilmente diversi extracomunitari e “comunitari dell’est”. Tutte persone a posto, persone che piano piano cercano di portare qui la loro famiglia, che lavorano onestamente e fanno il possibile per inserirsi nel paese. Qualcuno sta anche costruendosi qui la sua nuova casa, altri prendono la patente o frequentano corsi d’italiano per stranieri. Che “forestieri” vengano a Preggio di notte a cercare di fare danni non fa piacere neanche a loro, cosìcome non faceva piacere agli italiani in America che a causa di pochi che portavano la Mafia oltreoceano ci andassero di mezzo un po’ tutti.

Quando si è sparsa la voce che i presunti ladri potessero essere di questa o quella nazionalità, qualche voce un po’ stonata si è levata anche in qualche abitante di Preggio, che ha immaginato di vedere a tutti i costi un legame tra i ladri e alcuni dei “non italiani” di Preggio solo a causa di una (presunta) comunanza di nazionalità. Sospetti poi rivelatisi solo sciocchezze. Non credo proprio che chi voglia deliquere scelga di abitare in un paesino di 120 abitanti, dove tutti si conoscono e dove tutti sanno tutto di tutti, invece di qualche ricca città dove si può passare inosservati. E non credo proprio che scelga, per giunta, di portare qui moglie e figli, qui prodest?

Comunque, tutto è bene quel che finisce bene. Un po’ di paura, tutto sommato pochi danni e, se è vero che esiste un passa parola tra chi delinque, la garanzia che chi volesse visitare nuovamente nottetempo le case di Preggio si troverebbe di fronte il paese a far da scudo.

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