Le automobili e l’agricoltura biologica

7 Febbraio 2009

Model A Ford (1930 or ´31)Mario è un mio amico. Mario ha un’automobile vecchia, piuttosto vecchia. Non la si può definire una macchina “antica” o “d’epoca”, è solo un’automobile vecchia. Deve essere una Euro1, o forse Euro2, non lo so, ma a lui piace ed è contento di usarla. Intendiamoci, non è una macchina scassata, quando deve fare la revisione la passa al primo colpo e senza problemi, è solo che non è esattamente il meglio per l’ambiente e per il suo portafoglio (consuma!!), io lo prendo un po’ in giro ogni volta che mette in moto, ma a lui piace così. Certo, siccome è un’automobile vecchia che consuma ed inquina il governo lo penalizza nell’uso quotidiano: deve fare la revisione ogni due anni per via dell’età, paga di più in tasse perchè usa più carburante, paga un bollo annuo più alto perchè ha delle emissioni di CO2 più alte del dovuto, ed ogni tanto non può usarla perchè in città c’è il blocco del traffico per le Euro-qualcosa come la sua. Mario è simpatico, ed anche intelligente, sa che la sua auto è vecchia, inquina e tutto il resto, ed accetta di buon grado queste limitazioni, le limitazioni imposte dalla stessa legge che gli consente di usare la sua auto inquinante.

Noi abbiamo un’azienda agricola, che cerchiamo di condurre seguendo le metodologie del biologico o anche più “restrittive”. Il nostro vicino ha un’azienda agricola convenzionale. Per ottenere la certificazione biologica dobbiamo lasciare una fascia di terreno, una fascia di rispetto, perchè i pesticidi, gli anticrittogamici e tutte le altre cose che il mio vicino usa potrebbero volare sui nostri campi e “contaminare” le nostre coltivazioni che, invece, non usano niente di tutto questo. Cioè, **lui** usa i pesticidi e **noi** dobbiamo lasciare la fascia di rispetto. Non solo: noi dobbiamo anche pagare qualcuno (un cosiddetto organismo di controllo) che venga a controllare che noi usiamo davvero i metodi biologici, per poterci poi concedere la certificazione biologica. Al mio vicino, invece, nessuno va a controllare se lui usa pesticidi, anticrittogamici eccetera, perchè lui lo dice fin dall’inizio che li usa, e quindi non deve neanche pagare i soldi in più per il controllore che venga a controllarlo. Ora, a parte il principio di base che non ha senso (se è il “controllato” a pagare il suo “controllore” che qualità potràmai essere garantita?), non capisco perchè chi è più virtuoso debba avere più spese e più limitazioni di chi “virtuoso” non è. Sarebbe come dire che siccome la maggior parte delle automobili è ancora Euro3 (come la maggior parte dei contadini è ancora legata ai pesticidi e all’industria chimica), allora dobbiamo mettere una limitazione alla circolazione delle Euro4,  ed una tassa aggiuntiva con controlli aggiuntivi per chi usa una Euro5. Ovviamente non avrebbe senso, ma in agricoltura è questo che succede. Bio-logico o bio-illogico?

2 comments

  1. Comment by pi

    pi Reply 21 Marzo 2009 at 12:11

    grande

  2. Comment by Paolo Milanesi

    Paolo Milanesi Reply 16 Maggio 2009 at 08:18

    in effetti non ha senso: diciamo che è una storia/legge tanto strana quanto la Sua Sig. Piarulli.

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