Vicino a noi c’è un pastore, con moltissime pecore e tanti cani. Brava gente, che lavora duro e molto, e che vive di pastorizia, della produzione di latte e, quando è il momento, della lana che viene dalla tosatura delle pecore. Avendo così tante pecore da gestire hanno bisogno di molti cani, che proteggano e guidino le greggi quando durante il giorno vanno a pascolare. Ed è quindi normale che ogni tanto abbiano bisogno di qualche cucciolo nuovo da crescere, affinchè possa imparare fin da piccolo il duro lavoro del cane pastore. Eh, si, perchè il lavoro del cane pastore è duro, mica come quello dei nostri cani :-). Anche perchè i pastori, gli uomini intendo, considerano i loro cani come semplici strumenti di lavoro per la loro attività, un po’ come noi considereremmo un badile o una zappa, e rivolgono loro la stessa attenzione.
Comunque sia anche quest’anno, qualche settimana fa, hanno provato ad inserire nel branco di cani tre nuovi cuccioli presi da una cucciolata di un loro conoscente che già l’anno scorso gli aveva dato altri tre cuccioli, sempre per lo stesso scopo: imparare a fare i cani pastore. L’anno scorso l’esperimento non aveva funzionato, i cuccioli avevano imparato la strada che dalle stalle arriva fino a casa nostra e non c’era stato verso di convincerli a stare con gli altri cani e con le pecore. Ogni volta che arrivavano da noi, festosi e scodinzolanti in cerca di cibo e di coccole, venivano rifocillati e riportati dal loro padrone, oppure passava il loro padrone stesso a riprenderseli, piuttosto seccato che questi cuccioli preferissero stare da noi a “far niente” piuttosto che stare a casa loro ad “imparare a lavorare”. Alla fine il pastore si era rassegnato a portare i cuccioli più lontano, dove lui ha un’altro gregge, e dei cuccioli non abbiamo più saputo niente.
Ma anche quest’anno, come dicevo, altri tre cuccioli sono stati inseriti nel branco degli altri cani pastore per imparare ad accudire le greggi. E la storia si è ripetuta, non sappiamo come abbiano fatto a capire o a sapere della nostra esistenza (noi non andiamo mai alla stalla di questo pastore, per cui non possono aver seguito la nostra macchina) fatto sta che una bella mattina si sono presentati davanti a casa nostra. Festosi e scodinzolanti, un film già visto. E la storia ha iniziato a ripetersi, con noi a riportare i cuccioli al proprietario e lui a mortificarsi perchè i cuccioli preferivano venire da noi piuttosto che stare con gli altri cani. Ed uno dei cuccioli, nel frattempo, era stato dato ad un altro pastore suo amico, sperando che i due rimasti si sentissero un po’ meno sicuri e restassero con i cani adulti, ma niente da fare, ogni volta tornavano da noi. L’ultima volta che il pastore li ha portati via era visibilmente seccato, ed ha promesso punizioni esemplari per i cuccioli perchè “devono imparare”.
Manco a dirlo, la mattina seguente uno dei due cuccioli era già da noi. Non era la prima volta che se ne presentava solo uno dei due (o dei tre) e non ci siamo preoccupati più di tanto, in fin dei conti i cuccioli sono “i suoi”, non i nostri. Poi la mattina seguente è arrivato anche l’altro cucciolo, su tre gambe, visibilmente dolorante. Non ci è voluto molto per capire che aveva una gamba spezzata di netto. E la visita a Perugia, in clinica veterinaria, ha confermato la frattura. Lunedì scorso è stato operato, ora sta facendo qualche giorno di degenza in clinica per essere sicuri che sia tutto a posto, e venerdì o sabato dovrebbero darcelo da portare a casa.
Mi sa che stavolta si siano proprio guadagnati l’adozione, voi che dite?
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