Ho iniziato a potare gli ulivi. Ci sono tante scuole di pensiero, è presto, va bene, non va bene.
Io ho iniziato lo stesso.
Arrivo bardata come una siberiana e piano piano, salendo sulla scala, scendendo, salendo, scendendo, ma soprattutto lavorando di seghetto a mano e forbice mi scaldo.
E la temperatura arriva a sembrarmi mite.
Forse è proprio mite.
Idefix si acciambella ai piedi della scala e devo stare attenta a non fargli finire dei ramoni in testa. Se gli urlo “Idefix spostati!” mi guarda ma non si muove di un pelo e allora mi impegno a lanciare i rami il più lontano possibile da lui.
C’è la pace tipica del posto più bello del mondo.
Ieri c’era la caccia la cinghiale ed era tutt’altro che un luogo di pace. Cani ululanti, botti, grida fino a buio inoltrato.
Oggi invece il posto più bello del mondo ha riconquistato tutta la sua atmosfera.
La luce inonda gli alberi che questo autunno vuole colorati. Uccellini, qualche chiacchiera fra oche, ma soprattutto la sensazione di far parte del “tutt’intorno”.
La consapevolezza di avere la fortuna di far parte del “tutt’intorno”.
E quando pensiamo che sia ora, io e Idefix ce ne andiamo, lemmi lemmi verso casa.
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