Leggo solo oggi una Reuters del 14 Aprile scorso:
BERLINO/AMBURGO – La Germania vieterà la coltivazione e la vendita di mais geneticamente modificato (Omg) nonostante l’Unione Europea abbia stabilito che il granoturco biotech è sicuro. Lo ha detto oggi il governo tedesco. Il divieto colpisce il mais MON 810 della società statunitense Monsanto, che non potrà più essere piantato per il raccolto estivo, ha spiegato in una conferenza stampa la ministra tedesca dell’Agricoltura e della Protezione dei consumatori, Ilse Aigner. La decisione allinea la Germania a Francia, Austria, Ungheria, Grecia e Lussemburgo, che hanno già bandito il mais MON 810 nonostante l’approvazione Ue per l’uso commerciale.
Ne parla anche il sito del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dice infatti il Ministro Luca Zaia:
“Sono soddisfatto per la decisione presa dall’amica Ilse Aigner che sottolinea il valore del principio della massima prudenza a tutela dei consumatori di tutta Europa. Un principio dal quale l’Italia non si è mai allontanata. E’ bene che si abbia una posizione il più possibile unitaria e prudente su temi così delicati e decisivi per il futuro della produzione agricola del pianeta. Ed è bene che molti Paesi europei stiano apprezzando il senso anche culturale della posizione che ho assunto in questo anno di mandato all’agricoltura.”
Anche noi, nel nostro piccolo, siamo veramente lieti che si prosegua sulla strada della “prudenza” e speriamo che anche in Italia si possa arrivare se non alla messa al bando almeno ad una moratoria sull’uso delle sementi OGM. Mica per sempre, un 50 o 60 anni ci bastano. Così non dovremo più fare una fatica boia per tenere i nostri campi lontani da quelli di chi invece usa ogni sorta di “nuovo prodotto” o di “semente magica” o di prodotti pesticidi ed anticrittogamici perchè così, forse, si produce di più. Che è un’affermazione sempre molto discutibile, vista la quantità di cibo che viene gettato ogni anno, ma che comunque non tiene mai in conto del “a che prezzo” si pretenda di produrre di più.
Inutile dire la Monsanto non l’ha presa bene. Un portavoce di Monsanto ha infatti detto che la decisione è ingiustificata e che non ci sono ragioni scientifiche sostenibili per il divieto. Mi sembra di averla già sentita. La parola “amianto” o “eternit” vi dice niente? Certo, in questo Monsanto non c’entra niente, ma anche per l’Amianto e per uno dei suoi prodotti più noti, l’Eternit, ci sono voluti decenni prima di rendersi conto che di “ragioni scientifiche sostenibili per il divieto” ce n’erano a bizzeffe. Per buona parte del secolo scorso l’Eternit veniva usato per qualunque cosa: tetti, vasi per i fiori, freni dei treni, coibentazione di case e vagoni ferroviari; negli anno 70 i tubi in Eternit erano lo standard de-facto per gli impianti idraulici e si potrebbe continuare l’elenco per ore, con tutte le nazioni europee convinte che non ci fosse pericolo e che fosse un materiale assolutamente innocuo. Poi, come sappiamo , la gente ha iniziato a morire. E allora tutti a dire che non era vero, che le aziende che lavoravano l’amianto o che semplicemente lo utilizzavano davano lavoro a migliaia di persone, che non c’era pericolo per la salute, che non esistevano prove scientifiche della sua pericolosità . Ormai lo sanno anche i bambini, cosa causa l’amianto ed i prodotti che lo utilizzano. Ora invece vogliono usare sementi e prodotti OGM per salvare gli agricoltori e, forse, risolvere la fame nel mondo. Sono innocui? Forse. E se non lo fossero?
Non vorrei che Milena Gabanelli, che ha detto la frase che segue chiudendo una sua memorabile trasmissione sull’amianto, dovesse ripetersi tra qualche decina d’anni parlando degli OGM:
E questo è il passato. A quell’epoca forse non c’erano alternative all’amianto, e come in tante altre situazioni le conseguenze si pagano oggi. E’ il prezzo per aver migliorato le condizioni di vita. E’ un prezzo sempre sopportabile quando a pagarlo sono gli altri. Se queste vicende pero’ devono insegnare qualcosa, è certamente la cautela, poichè è la cautela di oggi a preparare un futuro più sicuro.
Era il 14 Aprile 2002. A volte il destino scherza con le date e ci riserva buffe coincidenze.
1 comment
Comment by Berni
Berni 18 Maggio 2009 at 11:46
Condivido in pieno: la prudenza non basta, specie se, in collaborazione con troppa burocrazia e alti costi, rende impossibile smaltire l’amianto che ancora ci circonda.
Complimenti alla vostra scelta che ho scoperto avendo letto il bell’articolo sull’Eco di Bergamo.
Buona fortuna e tutto il successo che meritate per la vostra proposta di vita, fatta di qualità , ambiente e fatica, a difesa della terra e di rapporti davvero umani.
Ciao, Berni